La ricerca mostra che entro il 2030 il costo di produzione dell’idrogeno verde in Germania sarà inferiore a quello dell’importazione di idrogeno verde

Un’analisi approfondita del Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy della città tedesca di Wuppertal suggerisce che la Germania dovrebbe prestare maggiore attenzione all’espansione della produzione interna di idrogeno verde.

La Germania potrebbe aver fatto dell’importazione di idrogeno verde il fulcro della sua strategia sull’idrogeno, ma una nuova analisi del Wuppertal Institute suggerisce che la Germania potrebbe darsi la zappa sui piedi se non si concentrerà maggiormente sulla produzione interna di idrogeno verde.

Entro il 2030, il costo di produzione dell’idrogeno verde in Germania sarà inferiore a quello dell’idrogeno rinnovabile importato dall’estero, ed è probabile che sarà altrettanto competitivo in termini di costi con l’idrogeno importato tramite gasdotti dal Nord Africa e dai vicini europei.

Commissionato dalla NRW Renewable Energy Association, l’Istituto per il clima, l’ambiente e l’energia di Wuppertal ha recentemente condotto un’analisi completa di 12 studi dal 2021.

Secondo il Wuppertal Institute, il costo della produzione locale di idrogeno in Germania dovrebbe essere di 0,07-0,13 euro/KWH entro il 2030. Poiché 1 kg di idrogeno equivale a circa 33,3 KWH in condizioni di valore calorico inferiore, il costo della produzione locale di idrogeno in Germania è di circa 2,33-4,33 euro/kg o 2,53-4,71 dollari USA/kg.

Al contrario, lo studio suggerisce che il costo dell’idrogeno importato dai trasporti a lunga distanza come quelli delle Americhe sarà di 0,09-0,21 euro/KWH (2,99-6,99 euro/kg) entro il 2030, mentre si stima che il costo dell’idrogeno importato via gasdotto a 0,05-0,15 euro/KWH (1,67-5,00 euro/kg).

L’analisi ha mostrato che in tutti i 12 studi, la previsione del costo dell’idrogeno più basso riguardava la fornitura di idrogeno alla Germania tramite gasdotti dalla Spagna, dall’Europa orientale e settentrionale e dal Nord Africa. Allo stesso tempo, le ultime ricerche sono più ottimiste riguardo al fatto che si prevede che il costo delle importazioni di idrogeno sarà ulteriormente ridotto.

La Germania sta attualmente aggiornando la sua strategia nazionale sull’idrogeno e le bozze trapelate indicano che, mentre si prevede che il paese raddoppierà il suo obiettivo di installazione di elettrolizzatori a 10 GW entro il 2030, la Germania pianificherà comunque di soddisfare il 50-70% della sua domanda di idrogeno rinnovabile attraverso importazioni entro il 2030.

Nel frattempo, Robert Habeck, vicecancelliere tedesco e ministro federale per gli affari economici e l'azione per il clima, negli ultimi anni ha portato avanti un'offensiva di fascino, raggiungendo e firmando memorandum d'intesa con potenziali esportatori di idrogeno come Australia, Brasile, Egitto, Namibia e Sud Africa.

Nell’ambito del programma H2Global, la Germania è anche il primo paese a lanciare un’asta dedicata per importare ammoniaca verde, metanolo e carburante sintetico per l’aviazione, che ora è prevista per essere lanciata in tutta l’UE.

Ma il rapporto sostiene che il governo tedesco dovrebbe intensificare gli sforzi nel breve termine per costruire capacità di idrogeno più vicino a casa.

Il dottor Manfred Fischedick, presidente e direttore scientifico del Wuptal Institute, ritiene che il rafforzamento dell’economia nazionale dell’idrogeno verde sia sensato, soprattutto a causa del valore aggiunto associato nel paese, e che i vantaggi in termini di costi derivanti dall’importazione di idrogeno non compensano altri vantaggi derivanti dalla produzione idrogeno a livello nazionale.

Tuttavia, lo studio avverte che lo scenario in cui si prevede che la domanda totale di idrogeno aumenterà implica anche una maggiore dipendenza dall’idrogeno importato.

Mentre si prevede che la domanda di idrogeno in tutti i settori in Germania, compresa l’industria e l’energia, sarà compresa tra 29 e 101 TWH entro il 2030, le stime per il 2045 o il 2050 suggeriscono che la domanda potrebbe essere compresa tra 200 e 700 TWH.

Entro il 2050, il divario di costo tra la produzione di idrogeno a livello nazionale e la sua importazione all’estero inizierà a ridursi, mentre l’importazione di idrogeno tramite gasdotti diventerà più economica.

Entro la metà del secolo, il costo dell’idrogeno prodotto localmente in Germania sarà di 0,07-0,09 euro/KWH (2,33-2,99 euro/kg), simile al costo dell’importazione dell’idrogeno via mare pari a 0,07-0,11 euro/KWH (2,33-3,66 euro/kg). Entro il 2050, anche il costo dell’idrogeno importato dai gasdotti scenderà a 0,04-0,12 euro/KWH (1,33-3,99 euro/kg).

Idrogeno verde invece di idrogeno blu

L’analisi del rapporto ha inoltre respinto l’importazione di idrogeno blu dalla Norvegia sulla base delle emissioni, sottolineando che anche nelle ipotesi più favorevoli per le emissioni upstream e i tassi di cattura del carbonio, l’idrogeno blu produrrebbe comunque “emissioni di gas serra significativamente più elevate” rispetto all’idrogeno rinnovabile. Gli impianti esistenti di produzione di idrogeno blu raggiungono un tasso di separazione medio di solo il 56% circa, riducendo così le emissioni di gas serra solo di circa la metà rispetto all’idrogeno grigio.

Il rapporto mostra anche che l’idrogeno blu prodotto in altri paesi, come gli Stati Uniti, utilizza principalmente gas fossili e le sue emissioni a monte sono ancora più elevate.

A causa del fallimento dei precedenti tentativi di includere l’idrogeno blu nella definizione della nuova direttiva sulle energie rinnovabili, l’UE sta attualmente concentrando lo sviluppo esclusivamente sull’idrogeno verde rinnovabile, ma è probabile che vi sia anche una crescente pressione per rivalutare il sostegno all’idrogeno blu come parte del prossimo pacchetto sul mercato dell’idrogeno e del gas decarbonizzato.